Il genere Lumbricus comprende circa 700 specie di anellidi terrestri della sottoclasse oligochaeta, tra i quali alcuni dei lombrichi più diffusi in Eurasia e Nord America. Numerose specie appartenenti di lombrichi ingeriscono grandi quantità di suolo (geofagia), questi si nutrono principalmente di residui organici presenti nel suolo, come lettiera e sterco. Alcune specie (es. Lumbricus rubellus) vivono nello strato più superficiale del suolo, mentre altre (es. Lumbricus terrestris) scavano gallerie semi-verticali profonde da alcuni decimetri a oltre due metri, nelle quali trascinano detriti organici dalla superficie per nutrirsene. Queste ultime specie tendono ad avere dimensioni maggiori (fino a 25 cm di lunghezza per L. terrestris e producono gallerie permanenti, che favoriscono i movimenti idrici nel suolo e che in assenza di perturbazioni (ad esempio aratura del terreno) possono mantenersi intatte per anni anche in assenza di un lombrico residente. Incorporando materiale organico nel suolo, sminuzzandolo e accelerandone la degradazione da parte di organismi più piccoli, questi invertebrati contribuiscono ai processi di decomposizione, e favoriscono la stabilizzazione della sostanza organica del suolo con le loro attività di scavo e la produzione di aggregati stabili nelle feci. Per i loro molteplici effetti sulla struttura fisica e il funzionamento biochimico del suolo hanno una notevole importanza ecologica. Già Charles Darwin, con il suo ultimo libro dedicato agli studi su questo animale , aveva attribuito al lombrico una grande importanza per la fertilizzazione del terreno vegetale. Image and editing dr. Fernando Menichini
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