Liliana Segre racconta l'8 settembre 1943

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00:00 Io ero una ragazzina che ascoltava, che ascoltava, che soffriva insieme ai miei carissimi e soprattutto
00:16 andavo a sentire la radio dei nostri vicini perché noi ebrei non potevamo vedere la radio
00:22 e riportavano le notizie tragiche di quelle giornate. Ma noi a quel 8 settembre ancora
00:32 non avevamo capito che stavamo per perdere la libertà, che la Costituzione non era ancora
00:42 stata scritta, che la democrazia non si conosceva e che eravamo cittadini italiani diventati
00:52 nemici della patria perché appartenenti a una religione diversa dalla religione di Stato.
01:02 Io mi ricordo che al pomeriggio di quel 8 settembre uscimmo io e mio papà e andavamo a trovare
01:13 un amico dichiaratamente antifascista che era quello che poi diventò l'amorevole Meda
01:20 del cristiano a cui mio papà chiede anche a lui che cosa come padre di figli e femmine,
01:29 come padre a Emilia, gli consigliava di fare. Meda disse "scappate subito tutti" e lo
01:38 rincontrammo poi in una condizione incredibile quando nel dicembre entrammo nella prigione
01:46 di Milano di San Vittore e lo scrivano che prendeva nota dei nuovi prigionieri, era l'onorevole
01:55 Meda antifascista per questo era stato imprigionato e diventò poi l'onorevole democristiano.
02:03 Ma erano sprazzi di giornate indimenticabili, divisi di voci, di nomi, che fanno parte di
02:12 una vita che solo io ricordo perché tutti gli altri sono spariti, sono morti, sono stati
02:20 uccisi, ma io non ho avuto per tanti anni la forza di ricordare perché perdere la libertà
02:29 che la vogliamo reclinata con tutte le lettere maiuscole, con l'importanza enorme che ha
02:35 la libertà, perderla non avendo fatto niente di male, è una sensazione che chi non l'ha
02:45 provata è difficile che la possa raccontare nei suoi dettagli di tutte le ore, della natura
02:53 che cambia intorno a te, dell'indifferenza, è difficile parlare dell'8 settembre, di
03:00 una vita spezzata, di gente che scappa, che cerca la salvezza, che poi crede di averla
03:11 trovata e invece viene respinto per la colpa del seddato.
03:16 Io ero nata all'ospedale San Giuseppe in via San Vittore e avevo visto sempre la prigione
03:26 da fuori nelle mie passeggiate, in bicicletta, di ragazzina, ma non avrei mai immaginato
03:34 di vedere la mia Milano da dentro la prigione. Quello fu poi l'inizio perché da lì fumo
03:44 poi deportati. Oggi nel tempo delle donne parlare di libertà è meraviglioso perché
03:56 io sono tra le poche persone ancora vive che si ricordano come si passa dalla prigionia
04:06 alla libertà.
04:07 Grazie.
04:09 [Musica]

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