Diga distrutta, Zelensky: 150 tonnellate di petrolio verso il Mar Nero

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Roma, 7 giu. (askanews) - Migliaia di persone sono fuggite da città e villaggi pesantemente allagati dopo l'esplosione alla diga di Nova Kakhovka sul fiume Dnipro, nella regione ucraina di Kherson, e si teme che il livello dell'acqua possa aumentare ulteriormente nelle prossime ore. Le evacuazioni di massa stanno proseguendo. Complessivamente, circa 40.000 persone dovrebbero essere sfollate, ha detto il viceprocuratore generale dell'Ucraina: 17.000 nel territorio controllato da Kiev a Ovest del fiume Dnipro e 25.000 nell'Est occupato dai russi.Mentre continua lo scambio di accuse tra Mosca e Kiev, le Nazioni Unite hanno avvertito che la distruzione della diga avrà "conseguenze gravi e di vasta portata per migliaia di persone". Secondo il responsabile degli aiuti Onu, Martin Griffiths, la reale entità della catastrofe diventerà chiara solo nei prossimi giorni.E se la Russia denuncia che almeno sette persone sono considerate disperse dopo che le acque della diga distrutta hanno inondato le aree vicine, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky avverte che "si è formata una chiazza di petrolio di almeno 150 tonnellate trasportata dalla corrente verso il Mar Nero" e attacca: "Mi rivolgo a tutti coloro che nel mondo considerano la vita un valore. Oggi gli occupanti russi hanno commesso il più grande crimine di ecocidio sul territorio ucraino - non solo durante questa guerra, ma da decenni".