Rogo a Ciudad Juarez, si indaga per omicidio, 5 guardie fermate

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Roma, 30 mar. (askanews) - Ancora migranti al confine Usa-Messico, dopo che circa mille di loro hanno attraversato il confine illegalmente il 29 marzo, secondo le autorità americane, e due giorni dopo che in un incendio in un centro di detenzione sono morte 39 persone a Ciudad Juarez.Intanto le autorità messicane indagano per omicidio: 8 persone sono ritenute responsabili del rogo, fra cui 5 agenti federali e statali che non avrebbero fatto uscire i migranti dal centro in fiamme, come ha riferito la ministra messicana alla Sicurezza, Rosa Icela Rodriguez: "Al momento otto persone sono state identificate, probabilmente responsabili dei fatti", ha affermato in conferenza stampa.Cinque di questi sono guardie di sicurezza della struttura di Ciudad Juarez, città al confine con gli Stati Uniti. L'indagine in corso è per omicidio.Il presidente messicano Andrés Manuel Lòpez Obrador ha dichiarato che i responsabili saranno puniti "in conformità con la legge" e che ci sarà trasparenza nelle indagini e "nessuna impunità" per i responsabili della "dolorosa tragedia".Il capo di stato messicano aveva spiegato, poco dopo il rogo, che i migranti avevano dato fuoco ai materassi "quando avevano saputo che sarebbero stati deportati".Circa 200.000 persone tentano di attraversare il confine Messico-Usa ogni mese, la maggior parte di loro è in fuga da povertà e violenza in Centro e Sud America.