Fratelli di sangue e di fede “figli dell’Oriente, per missione romani, per i frutti apostolici slavi”. Sono i santi Cirillo e Metodio.
Originari della città greca di Tessalonica vissero nel IX secolo e sono conosciuti come evangelizzatori dei popoli slavi. A loro si deve l’invenzione dell’alfabeto “cirillico” - dal nome di Cirillo - con cui tradussero la Bibbia in lingua slava.
I nomi di Cirillo e Metodio in realtà sono quelli assunti dai due fratelli Costantino e Michele quando diventarono monaci.
Costantino era detto “il filosofo” per la sua erudizione. Poco prima di morire diventò monaco col nome di Cirillo. Michele, fu un abile amministratore prima di diventare monaco con il nome di Metodio.
L'imperatore Michele III inviò i due fratelli in Moravia, nell’attuale Repubblica Ceca con motivazioni religiose che celavano in parte anche questioni politiche.
È qui che i due fratelli tradussero la liturgia in lingua slava: si dice che dopo digiuni e preghiere inventarono l’alfabeto “glagolitico”, poi noto come “cirillico”. Ciò suscitò l’ammirazione della popolazione locale ma anche incomprensioni e gelosie da parte dei missionari germanici primi evangelizzatori di quelle terre.
Inoltre furono accusati dai sostenitori della “eresia trilingue” secondo cui si poteva lodare Dio solo in tre lingue: ebraico, greco e latino. Tanto che i due fratelli dovettero recarsi dal Papa per giustificare il loro operato.
Il Papa, Adriano II, aveva compreso l’importanza della loro missione e il ruolo chiave dei popoli slavi nel conservare l’unione tra i cristiani dell’Impero Romano d’Oriente e d’Occidente.
Egli non solo approvò la missione dei due fratelli, ma la stessa liturgia in lingua slava fu celebrata nelle basiliche di San Pietro, Sant’Andrea e San Paolo a Roma. A Roma, Cirillo si ammalò, e morì il 14 febbraio 869.
Metodio, ordinato vescovo, ripartì per la sua missione, che continuò tra le persecuzioni: fu calunniato e accusato di eresia, subì anche la prigione e l’esilio. Morì il 6 aprile 885.
Se il merito di questi due fratelli fu quello di inculturare il messaggio cristiano tra i popoli slavi, essi contribuirono anche in modo decisivo alla costruzione dell’Europa cristiana. Per questo Giovanni Paolo II, che coniò l’espressione dell’Europa che “respira con due polmoni” li ha dichiarati co-patroni d’Europa: “La loro opera costituisce un contributo eminente per il formarsi delle comuni radici cristiane dell’Europa”. (Giovanni Paolo II - Enciclica “Slavorum apostoli”)
Originari della città greca di Tessalonica vissero nel IX secolo e sono conosciuti come evangelizzatori dei popoli slavi. A loro si deve l’invenzione dell’alfabeto “cirillico” - dal nome di Cirillo - con cui tradussero la Bibbia in lingua slava.
I nomi di Cirillo e Metodio in realtà sono quelli assunti dai due fratelli Costantino e Michele quando diventarono monaci.
Costantino era detto “il filosofo” per la sua erudizione. Poco prima di morire diventò monaco col nome di Cirillo. Michele, fu un abile amministratore prima di diventare monaco con il nome di Metodio.
L'imperatore Michele III inviò i due fratelli in Moravia, nell’attuale Repubblica Ceca con motivazioni religiose che celavano in parte anche questioni politiche.
È qui che i due fratelli tradussero la liturgia in lingua slava: si dice che dopo digiuni e preghiere inventarono l’alfabeto “glagolitico”, poi noto come “cirillico”. Ciò suscitò l’ammirazione della popolazione locale ma anche incomprensioni e gelosie da parte dei missionari germanici primi evangelizzatori di quelle terre.
Inoltre furono accusati dai sostenitori della “eresia trilingue” secondo cui si poteva lodare Dio solo in tre lingue: ebraico, greco e latino. Tanto che i due fratelli dovettero recarsi dal Papa per giustificare il loro operato.
Il Papa, Adriano II, aveva compreso l’importanza della loro missione e il ruolo chiave dei popoli slavi nel conservare l’unione tra i cristiani dell’Impero Romano d’Oriente e d’Occidente.
Egli non solo approvò la missione dei due fratelli, ma la stessa liturgia in lingua slava fu celebrata nelle basiliche di San Pietro, Sant’Andrea e San Paolo a Roma. A Roma, Cirillo si ammalò, e morì il 14 febbraio 869.
Metodio, ordinato vescovo, ripartì per la sua missione, che continuò tra le persecuzioni: fu calunniato e accusato di eresia, subì anche la prigione e l’esilio. Morì il 6 aprile 885.
Se il merito di questi due fratelli fu quello di inculturare il messaggio cristiano tra i popoli slavi, essi contribuirono anche in modo decisivo alla costruzione dell’Europa cristiana. Per questo Giovanni Paolo II, che coniò l’espressione dell’Europa che “respira con due polmoni” li ha dichiarati co-patroni d’Europa: “La loro opera costituisce un contributo eminente per il formarsi delle comuni radici cristiane dell’Europa”. (Giovanni Paolo II - Enciclica “Slavorum apostoli”)
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