Messina - Finte residenze in Italia per ottenere assegno sociale: sequestri per oltre 200mila euro (25.02.22)

  • 2 anni fa
https://www.pupia.tv - I finanzieri del comando provinciale di Messina hanno dato esecuzione ad un provvedimento cautelare, sottoponendo a sequestro oltre 200mila euro nei confronti di sette persone di origini siciliane, ritenute responsabili, secondo ipotesi d’accusa, di aver indebitamente percepito, negli anni, il cosiddetto “assegno sociale”, erogato dall’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale e destinato a coloro che versano in condizioni economiche manifestamente disagiate.

Le investigazioni delle Fiamme Gialle di Taormina si concentravano sugli attuali indagati che, solo formalmente, risultavano essere rientrati in Italia da paesi sud americani o europei, avendo ottenuto la residenza in piccoli comuni della fascia jonica della provincia peloritana (S. Alessio Siculo, Limina, Roccalumera), per poi, anche nel giro di pochi mesi, presentare richiesta di percezione del beneficio.

Gli accertamenti disposti dalla Procura di Messina, tuttavia, hanno restituito, secondo ipotesi investigativa, una realtà completamente diversa perché si sarebbe trattato di un mero “fittizio trasferimento della residenza in Italia non appena raggiunta l’età minima per accedere alla prestazione previdenziale”. I comportamenti documentati dalle indagini sono risultati i più disparati: per simulare il requisito della dimora abituale, alcuni richiedevano di mantenere la residenza presso abitazioni di fatto mai abitate, dimorando stabilmente in Sud America, o, in alcuni casi, risultavano iscritti nelle liste di locali medici di base, senza che questi avessero mai effettuato visite domiciliari o addirittura li avessero mai conosciuti, oppure, ancora, documentavano l’acquisto di medicinali presso farmacie del comprensorio (evidentemente avvalendosi dell’ausilio di complici in possesso di tessera sanitaria agli stessi intestata. Inoltre, per simulare il requisito reddituale, in un caso, emergeva come il richiedente il beneficio previdenziale avesse rappresentato una fittizia separazione dal coniuge, persino omettendo di dichiarare l’attualità dell’esercizio della propria professione di architetto.

Sulla scorta del quadro indiziario delineato, il Tribunale di Messina ha quindi disposto il sequestro per equivalente delle somme indebitamente percepite, negli anni dal 2016 al 2021, per un importo complessivo pari a 203.653 euro. (25.02.22)

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