Posina (VI) - Caporalato e ricatti sessuali in stabilimento acque: 7 indagati (12.01.22)

  • 3 anni fa
https://www.pupia.tv - I finanzieri del comando provinciale di Vicenza hanno notificato, nei confronti di 3 dirigenti di una S.p.A. con sede a Posina operante nel settore delle acque minerali, un’ordinanza contenente 3 misure cautelari interdittive emessa dal Tribunale di Vicenza.

Le indagini, condotte dalle Fiamme Gialle della compagnia di Schio, traggono origine dalla presentazione di un esposto presso gli uffici del Reparto da parte di alcuni dipendenti, tutti di nazionalità moldava, formalmente inquadrati all’interno di una Cooperativa e di una S.r.l.s. con sedi in Lombardia ma, di fatto, impiegati all’interno di una società vicentina, attiva nel settore dell’imbottigliamento di acqua minerale e di bibite analcoliche, che lamentavano reiterate condotte di sfruttamento del lavoro.

Sono allo stato indagate 7 persone fisiche, a vario titolo, per i reati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro aggravato, violenza sessuale, favoreggiamento dell’ingresso illegale nel territorio dello Stato, soggiorno illegale nel territorio dello Stato, utilizzo di manodopera clandestina, possesso e fabbricazione di documenti d’identificazione falsi e falsità materiale commessa da privato. Anche la spa è stata segnalata all’autorità giudiziaria per la responsabilità amministrativa dell’Ente, presupposto dell’intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, del favoreggiamento dell’ingresso illegale nel territorio dello Stato e dell’impiego di manodopera clandestina.

Gli approfondimenti investigativi condotti dai finanzieri, sotto lo stretto coordinamento della Procura berica, consentivano di portare alla luce turni di lavoro massacranti, fino a 15 ore giornaliere, senza interruzioni, mancate fruizioni di pausa pranzo e riposi festivi, corresponsioni di gran parte degli stipendi “in nero” (per occultare gli effettivi orari di servizio), il tutto sotto la costante minaccia di ingiusto licenziamento. Con la complicità di un soggetto di nazionalità moldava facente le funzioni di “caporale” venivano “arruolati” connazionali in patria mediante la predisposizione di falsi documenti di identità rumeni per consentire l’illegale ingresso sul territorio nazionale senza permesso di soggiorno come normali cittadini Ue, pur essendo di fatto clandestini.

In due occasioni, il caporale aveva imposto o tentato di imporre prestazioni sessuali a dipendenti neo-assunti, sotto minaccia di licenziamento. Accertato anche l’impiego di un minore (classe 2003), per il quale erano stati inseriti dati falsi nella richiesta di attribuzione del codice fiscale all’Agenzia delle Entrate al fine di farlo figurare come maggiorenne e farlo assumere in fabbrica. Dalle indagini emergeva la consapevolezza della struttura aziendale della Spa (presidente Cda, direttore stabilimento e responsabile magazzino e distribuzione interna) sulle condotte di sfruttamento. (12.01.22)

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