Scavi archeologici clandestini, 34 indagati nel Nuorese (29.06.21)

  • 3 anni fa
https://www.pupia.tv - Scavavano clandestinamente nei siti archeologici per poi "canalizzare" i reperti rinvenuti verso il mercato estero, in particolare quello francese, dove sarebbero stati riciclati da un emigrato sardo. Trentaquattro persone risultano indagate nell'inchiesta "Dea Madre" coordinata dal procuratore di Lanusei (Nuoro) Biagio Mazzeo, che ha notificato loro gli avvisi di conclusione indagine.

Le accuse, a vario titolo, vanno dall'associazione per delinquere alle esportazioni illecite, dalla ricerca archeologica senza concessione al possesso di beni culturali appartenenti allo Stato, dalla contraffazione di opere d'arte alla ricettazione, furto aggravato ed estorsione. Contestati anche i reati di coltivazione, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, minacce aggravate e danneggiamento a seguito di incendio, uso/sottrazione di cose sottoposte a sequestro, favoreggiamento personale e inosservanza delle prescrizioni cautelari imposti dall'autorità giudiziaria.

L'indagine condotta dai carabinieri della Compagnia di Lanusei con gli agenti del locale commissariato, il Corpo forestale e di vigilanza ambientale e i militari della Tutela del patrimonio culturale di Cagliari, è stata avviata nell'agosto 2016 dopo un intervento dei carabinieri in un nuraghe in località Orzili, nelle campagne di Arzana, in Ogliastra. Il lavoro investigativo ha fatto emergere diverse associazioni a delinquere sparse nell'isola e composte da almeno tre gruppi principali localizzati ad Arzana, in Baronia, sempre nel Nuorese, e a Cagliari, "legati tra loro - fanno sapere gli inquirenti. - da un solido vincolo associativo che si muoveva in un contesto criminale ben più ampio, come il traffico di armi clandestine, furti e rapine".

Per questi ultimi reati - che hanno prodotto altri due rami di inchiesta - denominate Diablo e Diablo 2 - erano stati arrestati nel 2018 tre arzanesi, tutti indagati anche nell'inchiesta sugli scavi archeologici. Le indagini hanno permesso il recupero di diversi reperti che, sottoposti ad esame dai funzionari delle Soprintendenze di Cagliari e Sassari, sono stati valutati di notevole interesse storico-scientifico. (29.06.21)

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