• 3 anni fa
Don Tonino Bello
entra nella bottega
di falegname di San Giuseppe
e immagina di dialogare con lui

Dimmi, Giuseppe, quand’è
che hai conosciuto Maria?
Forse un mattino di primavera,
mentre tornava dalla fontana del villaggio
con l’anfora sul capo
e con la mano sul fianco,
snello come lo stelo di un fiordaliso?

O forse un giorno di sabato,
mentre con le fanciulle di Nazaret
conversava in disparte,
sotto l’arco della sinagoga?

Ti scriveva lettere d’amore?

Poi è successo l’inimmaginabile

Ti ha parlato di Jahvè.
Di un angelo del Signore.
Di un mistero nascosto nei secoli
e ora nascosto nel suo grembo

Fu allora che la stringesti
per la prima volta al cuore
e le dicesti tremando:
“Per me, rinuncio
volentieri ai miei piani.
Voglio condividere i tuoi, Maria
purché mi faccia stare con te”.

Lei ti rispose di sì, e tu
le sfiorasti il grembo
con una carezza:
era la tua prima benedizione
sulla Chiesa nascente.

Ci vuole coraggio!

Ma io penso che hai avuto più coraggio tu
a condividere il progetto di Maria,
di quanto ne abbia avuto lei
a condividere il progetto del Signore.

Lei ha puntato tutto
sull’onnipotenza del Creatore.
Tu hai scommesso tutto
sulla fragilità di una creatura.

Lei ha avuto più fede,
ma tu hai avuto più speranza.
La carità ha fatto il resto
in te e in lei.

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