Facevano esplodere bancomat, arresti tra Veneto e Puglia (18.07.20)

  • 4 anni fa
https://www.pupia.tv - I carabinieri, con una vasta operazione chiamata "Sorgente", hanno sgominato la banda che assaltava i bancomat facendoli saltare con l'esplosivo, in Veneto, Lombardia e dell'Emilia-Romagna. Si tratta di nove persone, di cui sei sinti, due vicentini una trevigiana, per i quali sono scattate misure diverse: quattro sono in carcere, uno agli arresti domiciliari, mentre per altri quattro è previsto l'obbligo di dimora. Le accuse vanno dall'associazione per delinquere, al riciclaggio, alla ricettazione e alla detenzione e al porto di materiale esplosivo.

L'operazione è scattata stamane in provincia di Lecce e Venezia, dove tre della banda erano in vacanza, e anche a Vicenza, Treviso e Verona. Nelle stesse città, e in provincia di Cremona, Bologna e Latina sono partite anche le perquisizioni. Un centinaio i carabinieri in campo, con le unità cinofile antiesplosivo di Torreglia e Laives, i Ris di Parma, la sezione anticrimine di Padova e i vigili del fuoco hanno dato esecuzione alle misure disposte dal gip di Padova Domenica Gambardella, su richiesta del sostituto procuratore Benedetto Roberti. Le indagini, spiegano i carabinieri, sono partite nel 2019 e hanno portato ad accertare che i nove si erano organizzati ciascuno con compiti ben definiti, "per commettere una serie indeterminata di assalti agli sportelli automatici degli istituti di credito" del Nord.

I bancomat razziati venivano manomessi usando congegni esplosivi artigianali, le cosiddette "marmotte", inserite negli erogatori del contante e poi innescate elettricamente. Alla banda sono contestati anche il tentato furto del 18 novembre 2019 al Monte dei Paschi di Siena di Sarmeola di Rubano, il furto del 16 dicembre 2019 alla Banca Popolare di Puglia e Basilicata di Vicenza, dove furono rubato 5.000 euro, e il tentato furto del 17 aprile 2019 allo sportello dell'ufficio postale di via Sacro Cuore di Padova. Durante le indagini i carabinieri hanno trovato e sequestrato in un garage di due degli indagati in provincia di Treviso, un'Audi A6 Avant, auto usata per i furti con dentro sei ordigni esplosivi dall'elevato potenziale con 1,2 chili di polvere pirica, una batteria per innescarli elettricamente, telai in ferro artigianali per inserire le "marmotte" nel bocchettone dei bancomat e un ariete. L'auto, peraltro, era stata rubata a un turista tedesco in vacanza a Mirabilandia, era stata riverniciata e aveva la targa falsa.

Dalle indagini emerge che la banda progettava di assaltare sportelli automatici anche in Francia e in Belgio e che era ben organizzata. Per disturbare le frequenze radio e non farsi prendere usavano i disturbatori di frequenze, i "jammer", e rilevatori di microspie. Non parlavano mai tra loro col cellulare per non essere rintracciati e usavano pseudonimi sempre diversi al posto dei loro nomi. (18.07.20)