https://www.pupia.tv - Tradate (Varese) - I carabinieri della compagnia di Saronno, con il supporto dei militari dei comandi Provinciali di Varese, Bergamo e Lecco, nonché delle unità cinofile di Casatenovo, hanno dato esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Varese, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di un sodalizio responsabile di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti all'interno del 'Parco Naturale Regionale Pineta di Appiano Gentile e Tradate, zona boschiva compresa tra i comuni di Tradate, Venegono Inferiore, Venegono Superiore.
L'indagine, avviata dai carabinieri della Tenenza di Tradate nel febbraio 2019, è la risposta concreta alle richieste di maggiore sicurezza da parte dei sindaci comuni interessati e si affianca all'attività di prevenzione che continuamente viene posta in essere dalle Forze di Polizia. Il gruppo, composto da due cittadini italiani e quattro di origini marocchine, si muoveva all'interno dell'area, fornendo dosi agli assuntori in prossimità di punti d'incontro che in gergo erano definiti 'la sbarra' e 'cartello 50', lungo le vie che da Tradate vanno per Castelnuovo Bozzente e per Appiano Gentile. Le indagini, condotte anche attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, hanno documentato numerosi episodi di spaccio di cocaina (cripticamente definita 'latte' o 'bianca' o 'bella'), eroina ('caffè' o 'nera' o 'brutta') e hashish ('satla'). Il modus operandi era sempre lo stesso: l'acquirente chiamava sul telefono cellulare gli spacciatori, che erano accampati all'interno del bosco, con i quali si incontravano in prossimità del ciglio della carreggiata, dove avveniva la consegna delle dosi.
Gli investigatori, durante l'attività d'indagine, hanno identificato 91 acquirenti, alcuni dei quali ormai abituali, sequestrando centinaia di dosi di cocaina, eroina e hashish. In una delle tante incursioni fatte nei boschi dai carabinieri, è stato sequestrato anche un chilogrammo di hashish. Il gruppo di spacciatori, capeggiato da un marocchino che disponeva di tre altri suoi connazionali per il confezionamento, la ricezione degli ordini e la distribuzione della droga, si componeva anche di due italiani con funzioni di 'vedetta', che in caso di acceso da parte delle forze dell'ordine nell'area, allertavano i complici, lasciandosi poi identificare come se fossero frequentatori del parco. Dalle osservazioni fatte dai carabinieri è stato constatato anche che alcuni dei nordafricani passavano lunghi periodi nei boschi, tanto da richiedere ai loro clienti la fornitura di cibo, acqua, sigarette, alcolici e in un caso addirittura di contraccettivi. L'identificazione degli indagati è avvenuta anche attraverso il riconoscimento fotografico che volta per volta facevano gli acquirenti quando successivamente venivano sentiti dagli investigatori. (14.07.20)
L'indagine, avviata dai carabinieri della Tenenza di Tradate nel febbraio 2019, è la risposta concreta alle richieste di maggiore sicurezza da parte dei sindaci comuni interessati e si affianca all'attività di prevenzione che continuamente viene posta in essere dalle Forze di Polizia. Il gruppo, composto da due cittadini italiani e quattro di origini marocchine, si muoveva all'interno dell'area, fornendo dosi agli assuntori in prossimità di punti d'incontro che in gergo erano definiti 'la sbarra' e 'cartello 50', lungo le vie che da Tradate vanno per Castelnuovo Bozzente e per Appiano Gentile. Le indagini, condotte anche attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, hanno documentato numerosi episodi di spaccio di cocaina (cripticamente definita 'latte' o 'bianca' o 'bella'), eroina ('caffè' o 'nera' o 'brutta') e hashish ('satla'). Il modus operandi era sempre lo stesso: l'acquirente chiamava sul telefono cellulare gli spacciatori, che erano accampati all'interno del bosco, con i quali si incontravano in prossimità del ciglio della carreggiata, dove avveniva la consegna delle dosi.
Gli investigatori, durante l'attività d'indagine, hanno identificato 91 acquirenti, alcuni dei quali ormai abituali, sequestrando centinaia di dosi di cocaina, eroina e hashish. In una delle tante incursioni fatte nei boschi dai carabinieri, è stato sequestrato anche un chilogrammo di hashish. Il gruppo di spacciatori, capeggiato da un marocchino che disponeva di tre altri suoi connazionali per il confezionamento, la ricezione degli ordini e la distribuzione della droga, si componeva anche di due italiani con funzioni di 'vedetta', che in caso di acceso da parte delle forze dell'ordine nell'area, allertavano i complici, lasciandosi poi identificare come se fossero frequentatori del parco. Dalle osservazioni fatte dai carabinieri è stato constatato anche che alcuni dei nordafricani passavano lunghi periodi nei boschi, tanto da richiedere ai loro clienti la fornitura di cibo, acqua, sigarette, alcolici e in un caso addirittura di contraccettivi. L'identificazione degli indagati è avvenuta anche attraverso il riconoscimento fotografico che volta per volta facevano gli acquirenti quando successivamente venivano sentiti dagli investigatori. (14.07.20)
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