Mosul, il disperato pellegrinaggio degli abitanti

  • 7 anni fa
Da quando Mosul è tornata sotto il controllo del governo iracheno, non si ferma il pellegrinaggio dei residenti
verso ciò che resta dalle proprie case. Questo ponte sul Tigri è ancora in piedi a collegare la parte est e ovest della città.
Tutti gli altri ponti sono stati distrutti da nove mesi di guerra, combattuta strada per strada.

“La zona ovest di Mosul è un’area desertica – racconta un residente – Ci sono solo auto che vanno e vengono. Non ci sono persone che ci abitano, non ci sono negozi o servizi. Ci siamo andati e tornati indietro, non c‘è più niente”. Gli fa eco un altro:
“I militari iracheni ci hanno detto che le nostre case erano liberate. Siamo andati a vederle non c‘è più niente, le abbiamo trovate frantumate, niente più mobili, niente casa, niente”. “Ci sono servizi?”- chiede il giornalista – “Non, non ci sono – risponde una residente – In alcune zone ci sono, ma non nella nostra. Le nostre aree sono città fantasma, si sente l’odore della morte e i danni sono enormi”.

Chi ha dovuto abbandonare le proprie case vive in condizioni di grande precarietà, senza lavoro e alle prese anche con il pagamento delle spese per alloggi di fortuna.

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