http://www.pupia.tv - I carabinieri del Noe di Caserta e del Ros di Napoli hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare a carico di cinque persone indagate in relazione a gare d'appalto per la manutenzione delle gallerie, tra le quali quella denominata “Solfatara”, e del manto stradale della tangenziale di Napoli per un valore di 1,6 milioni di euro.
Si tratta di Antonio Piccolo, imprenditore di Casapesenna ritenuto vicino al clan Zagaria, due suoi figli e di due funzionari della Tangenziale di Napoli Spa, Francesco Caprio tecnico di gestione dei contratti) e Paola Ciccarino (addetta alla segreteria dell’unità affari societari e legali della società). Per i figli di Piccolo (che rispondono di intestazione fittizia di beni) e i due funzionari (accusati di turbata libertà degli incanti) sono stati disposti gli arresti domiciliari. Piccolo, invece, era già detenuto.
L’indagine - condotta dai pm Catello Maresca e Maurizio Giordano, con il coordinamento del procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli - è nata da una costola di quella riguardante la Cpl Concordia, sulla metanizzazione dell'agro aversano monopolizzata dal clan dei casalesi, per la quale Piccolo era già stato arrestato, e si è avvalsa delle dichiarazioni di Antonio Iovine, alias “’O Ninno”, ex superlatitante ed oggi collaboratore di giustizia.
Le vicende contestate risalgono al 2015. Secondo l’accusa, i due funzionari avrebbero manipolato gli atti di gara per favorire la “Cogepi” di Casapesenna, intestata ai figli ventenni di Piccolo, anche se quest’ultimo è considerato titolare di fatto. Dall’attività investigativa sono emerse singolari modalità che sarebbero state adoperate per far vincere le gare alla CoGePi della famiglia Piccolo. La società era stata infatti inserita di nascosto nell’elenco delle ditte prescelte per essere invitate a partecipare ai bandi, elenco stilato nel 2011 con la supervisione del ministero delle Infrastrutture.
I due funzionari della Tangenziale, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avevano arbitrariamente tolto dall’elenco un’altra azienda, la “Imedil”, sostituendola con la CoGePi, che peraltro è stata fondata due anni dopo l’istituzione dell’elenco, cioè nel 2013, dopo aver assorbito assorbì la “Coigas srl” di Antonio Piccolo e la “Agm Costruzioni spa” di Giovanni Piccolo, fratello di Antonio, deceduto nel settembre 2015. Eseguito anche un sequestro preventivo di beni per un valore di 700mila euro. (19.04.17)
Si tratta di Antonio Piccolo, imprenditore di Casapesenna ritenuto vicino al clan Zagaria, due suoi figli e di due funzionari della Tangenziale di Napoli Spa, Francesco Caprio tecnico di gestione dei contratti) e Paola Ciccarino (addetta alla segreteria dell’unità affari societari e legali della società). Per i figli di Piccolo (che rispondono di intestazione fittizia di beni) e i due funzionari (accusati di turbata libertà degli incanti) sono stati disposti gli arresti domiciliari. Piccolo, invece, era già detenuto.
L’indagine - condotta dai pm Catello Maresca e Maurizio Giordano, con il coordinamento del procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli - è nata da una costola di quella riguardante la Cpl Concordia, sulla metanizzazione dell'agro aversano monopolizzata dal clan dei casalesi, per la quale Piccolo era già stato arrestato, e si è avvalsa delle dichiarazioni di Antonio Iovine, alias “’O Ninno”, ex superlatitante ed oggi collaboratore di giustizia.
Le vicende contestate risalgono al 2015. Secondo l’accusa, i due funzionari avrebbero manipolato gli atti di gara per favorire la “Cogepi” di Casapesenna, intestata ai figli ventenni di Piccolo, anche se quest’ultimo è considerato titolare di fatto. Dall’attività investigativa sono emerse singolari modalità che sarebbero state adoperate per far vincere le gare alla CoGePi della famiglia Piccolo. La società era stata infatti inserita di nascosto nell’elenco delle ditte prescelte per essere invitate a partecipare ai bandi, elenco stilato nel 2011 con la supervisione del ministero delle Infrastrutture.
I due funzionari della Tangenziale, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avevano arbitrariamente tolto dall’elenco un’altra azienda, la “Imedil”, sostituendola con la CoGePi, che peraltro è stata fondata due anni dopo l’istituzione dell’elenco, cioè nel 2013, dopo aver assorbito assorbì la “Coigas srl” di Antonio Piccolo e la “Agm Costruzioni spa” di Giovanni Piccolo, fratello di Antonio, deceduto nel settembre 2015. Eseguito anche un sequestro preventivo di beni per un valore di 700mila euro. (19.04.17)
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