• 7 anni fa
http://www.pupia.tv - Roma - I finanzieri del comando provinciale di Roma, in collaborazione con il personale dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, nell’ambito dell’operazione “Opium”, hanno inferto durissimi colpi alle organizzazioni criminali del narcotraffico nel corso dei controlli eseguiti a contrasto del traffico internazionale di sostanze stupefacenti all’aeroporto di Fiumicino.

Le Fiamme Gialle del Gruppo Fiumicino hanno arrestato, in diversi interventi, 12 narcotrafficanti e sequestrato ben 32 i chilogrammi di eroina, un vero e proprio fiume di droga destinato al mercato della Capitale.

I risultati conseguiti sono il frutto dell’avvio, da parte dei finanzieri, di un attento monitoraggio delle liste dei passeggeri provenienti dal continente asiatico ed africano, che ha portato alla predisposizione di un mirato dispositivo di contrasto supportato anche dall’impiego delle unità cinofile antidroga a disposizione.

Negli ultimi anni, come confermato da diversi dati statistici, si è registrato un forte ritorno nel nostro territorio dell’eroina che, a causa della sovrapproduzione di oppio nei luoghi di origine (Afghanistan, Thailandia e Vietnam), ha subito un crollo dei prezzi delle dosi e, grazie alla “maggiore convenienza”, ha visto aumentare in maniera preoccupante il suo consumo, soprattutto tra gli adolescenti.

Ampio il repertorio degli espedienti adottati per tentare di eludere la fitta "rete" dei controlli: dal classico doppiofondo ricavato nelle pareti del bagaglio all’interno del quale un corriere pakistano occultava circa 10 chili di “brown sugar”, alle confezioni di shampoo e bagno schiuma della parrucchiera ivoriana che occultava nel liquido 1 chili di oppiacei; sempre diffuso e attuale anche il pericolosissimo ingerimento di ovuli, come nel caso del passeggero nigeriano nel cui addome erano contenuti 92 ovuli pari a un 1 chilo e mezzo di eroina; per concludere con il tentativo della casalinga che, per confondere l’olfatto dei cani antidroga con il forte odore emanato dalle spezie, ha occultato 2 chili di stupefacente in confezioni di thè.

L’elevata purezza dell’ingente quantitativo di stupefacente sequestrato avrebbe consentito alle organizzazioni criminali di immettere sul mercato oltre mezzo milione di dosi garantendo ai trafficanti guadagni con cifre da capogiro nell’ordine di oltre 5 milioni di euro. (04.02.17)

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