Pollice alzato all’NPD della Corte Costituzionale tedesca. La più alta giurisdizione federale ha respinto la richiesta di vietare il partito xenofobo d’estrema destra. “Persegue certo obiettivi di natura incostituzionale ed è apparentato al nazionalsocialismo – è stata l’argomentazione dei giudici di Karlsruhe -, ma non rappresenta una minaccia per l’ordine democratico”. La richiesta di dichiararlo incostituzionale era stata avanzata alla fine del 2013 dal Bundesrat, il Consiglio federale tedesco.
Kein NPD-Verbot wegen fehlender Anhaltspunkte für eine erfolgreiche Durchsetzung ihrer verfassungsfeindlichen Ziele https://t.co/p0CJBw92XZ— BVerfG (@BVerfG) 17 gennaio 2017
“Nessun divieto dell’NPD – scrive su Twitter la Corte costituzionale tedesca – perché non ci sono elementi che suggeriscono possa perseguire con successo i suoi obiettivi anti-costituzionali”
Qui il comunicato integrale della Corte Costituzionale tedesca
“Anche se il divieto non è passato – ha detto la sua presidentessa, Malu Dreyer -, la Corte Costituzionale ha confermato in tutto e per tutto la natura anti-costituzionale dell’NPD. Gli sforzi profusi dagli Stati Federali hanno quindi giocato comunque un ruolo di grande importanza, che mi induce a ringraziare i loro Ministri degli interni per il lavoro che hanno svolto e senza il quale questo processo non sarebbe neanche stato possibile”.
Malu #Dreyer nach dem Urteil des Bundesverfassungsgerichts: “Rassenwahn und Nationalismus führen in den Untergang. Kampf geht weiter!” #NPD pic.twitter.com/2NUs27k61Y— SPD Rheinland-Pfalz (@spdrlp) January 17, 2017
L’SPD della Renania Palatinato, lo stato di cui è alla guida Malu Dreyer, ne rilancia su Twitter la promessa di non arrendersi: “Nazionalismo e razzismo portano alla distruzione. La battaglia continua”
“Troppo piccoli per influenzare la politica. Agli eccessi ci pensi la polizia”
Le due camere della Corte Costituzionale tedesca hanno riconosciuto all’unanimità che l’NPD costituisce “una preoccupazione per la libertà del processo politico”, ma valutato che in virtù della sua limitatissima rappresentanza non esercita praticamente alcuna influenza sulla politica federale e locale. Atteggiamento xenofobo del partito e intimidazioni e aggressioni da parte di alcuni suoi membri sarebbero insomma soltanto episodici e di competenza quindi della polizia.
Emoragia NPD: i fedeli di un tempo oggi scelgono l’AfD
All’attivo meno di 6.000 iscritti, l’NPD non ha mai disposto di seggi al Bundestag e lo scorso anno ha perso i suoi ultimi rappresentanti in un parlamento regionale. Come sua sola rappresentanza di peso, può oggi contare un rappresentante al Parlamento Europeo. Complice del suo recente declino, anche il fatto che molti dei suoi simpatizzanti siano negli ultimi anni migrati verso il partito nazionalista Alternativa per la Germania (AfD, Alternative für Deutschland) di Frauke Petri.
L’indignazione del Comitato per Auschwitz: “Giornata nera per la democrazia”
Seconda a
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“Nessun divieto dell’NPD – scrive su Twitter la Corte costituzionale tedesca – perché non ci sono elementi che suggeriscono possa perseguire con successo i suoi obiettivi anti-costituzionali”
Qui il comunicato integrale della Corte Costituzionale tedesca
“Anche se il divieto non è passato – ha detto la sua presidentessa, Malu Dreyer -, la Corte Costituzionale ha confermato in tutto e per tutto la natura anti-costituzionale dell’NPD. Gli sforzi profusi dagli Stati Federali hanno quindi giocato comunque un ruolo di grande importanza, che mi induce a ringraziare i loro Ministri degli interni per il lavoro che hanno svolto e senza il quale questo processo non sarebbe neanche stato possibile”.
Malu #Dreyer nach dem Urteil des Bundesverfassungsgerichts: “Rassenwahn und Nationalismus führen in den Untergang. Kampf geht weiter!” #NPD pic.twitter.com/2NUs27k61Y— SPD Rheinland-Pfalz (@spdrlp) January 17, 2017
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