Mosul: guerra contro il tempo per evitare crisi umanitaria

  • 8 anni fa
Sono quasi 50 mila gli sfollati della città di Mosul, dall’inizio delle operazioni militari per liberare la seconda città irachena dalla tirrania di Daesh.
Nell’ultima settimana il numero dei profughi è infatti raddoppiato.
Un bilancio, sottolinea l’Onu, destinato a crescere.

“Ho cercato di fuggire, ho raggiunto Qayyara, dove sono stato catturato.
Mi hanno torturato, mi chiedevano perché fuggissi e perché volessi raggiungere la terra degli infedeli”.

La battaglia per riconquistare la città intanto procede e sta per entrare in una nuova fase detta “street battle” che porterà gli sfollati entro breve a 200 mila.

Il numero degli evacuati al momento però sembra inferiore alle aspettative:

Diya’a Salal, direttore generale del dipartimento sfollati e migrazioni iracheno:

“Non abbiamo proceduto a numerose evacuazioni, la ragione principale è una e risiede nella strategia adottata dalle forze irachene. Le forze di sicurezza irachene suggeriscono ai civili di stare in casa e di partire solo in caso di estrema emergenza”.

Ma l’Onu, sin da principio ha messo in guardia sulla criticità dell’offensiva.

Il governo iracheno ha costruito 10 campi profughi in cui si contano oltre 10 mila tende.

“Offriamo le prime cure per i feriti per civili e militari. In particolare per i civili”.

A un mese dall’inizio dell’offensiva, questo giovedì le forze irachene avanzano a sud e a ovest della città, con l’obiettivo di bloccare le vie di approvvigionamento dei fondamentalisti.

Diya’a Salal:

“La battaglia procederà adesso casa per casa. A mano a mano che l’azione militare andrà avanti il numero degli sfollati aumenterà”.

Nello scenario peggiore, secondo stime Onu, il numero degli sfollati potrebbe arrivare a sfiorare il milione di persone, cosa che trasformerebbe l’operazione in una delle peggiori crisi umanitarie degli ultimi anni.

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