http://www.pupia.tv - Blitz della polizia tra le province di Trapani e Palermo. Gli agenti hanno eseguito quattordici provvedimenti restrittivi tra Mazara del Vallo, Castelvetrano e Palermo per una serie di rapine a mano armata a istituti di credito e gioiellerie a Vita, Marsala, Partanna e Ascoli Piceno. I colpi sono stati messi a segno tra gennaio e febbraio 2016. Cinque i palermitani coinvolti.
Le indagini sono partite nel 2016, dopo un colpo messo a segno in un’attività commerciale di Vita, nel Trapanese. Subito dopo i poliziotti sono risaliti a sei mazaresi che si tenevano in contatto con i due palermitani, considerati "parte attiva" della banda.
In questo modo è stato possibile sventare un’altra rapina, questa volta a Marsala. Un uomo e una donna entrarono in una gioielleria all’orario di chiusura e, dopo aver finto di voler acquistare della merce, hanno dato il segnale ai complici che hanno fatto irruzione armati e con il volto coperto.
Altre due le rapine, ai danni di una gioielleria di Ascoli Piceno, sono state bloccate per tempo. Diverso l’esito del colpo messo a segno a febbraio a Partanna, in una filiale del Monte dei Paschi di Siena, che fruttò alla banda 37 mila euro.
Dopo i contatti fra le questure siciliane e quella ascolana, due dei rapinatori sono stati segnalati e arrestati, ma appena quindici giorni dopo la banda tornò a colpire. Anche questa volta, però, attorno alla gioielleria c’erano diverse pattuglie appostate vicino al negozio che riuscirono a fermare i malviventi.
L’operazione denominata "Coyote" è stata condotta dai poliziotti del commissariato di Mazara del Vallo, in collaborazione con quelli della Squadra Mobile di Trapani, del reparto Prevenzione Crimine di Palermo e di unità cinofile. I provvedimenti sono stati emessi dal gip di Marsala Annalisa Amato, su richiesta del sostituto procuratore Anna Sessa. Sono in corso anche numerose perquisizioni. (18.10.16)
Le indagini sono partite nel 2016, dopo un colpo messo a segno in un’attività commerciale di Vita, nel Trapanese. Subito dopo i poliziotti sono risaliti a sei mazaresi che si tenevano in contatto con i due palermitani, considerati "parte attiva" della banda.
In questo modo è stato possibile sventare un’altra rapina, questa volta a Marsala. Un uomo e una donna entrarono in una gioielleria all’orario di chiusura e, dopo aver finto di voler acquistare della merce, hanno dato il segnale ai complici che hanno fatto irruzione armati e con il volto coperto.
Altre due le rapine, ai danni di una gioielleria di Ascoli Piceno, sono state bloccate per tempo. Diverso l’esito del colpo messo a segno a febbraio a Partanna, in una filiale del Monte dei Paschi di Siena, che fruttò alla banda 37 mila euro.
Dopo i contatti fra le questure siciliane e quella ascolana, due dei rapinatori sono stati segnalati e arrestati, ma appena quindici giorni dopo la banda tornò a colpire. Anche questa volta, però, attorno alla gioielleria c’erano diverse pattuglie appostate vicino al negozio che riuscirono a fermare i malviventi.
L’operazione denominata "Coyote" è stata condotta dai poliziotti del commissariato di Mazara del Vallo, in collaborazione con quelli della Squadra Mobile di Trapani, del reparto Prevenzione Crimine di Palermo e di unità cinofile. I provvedimenti sono stati emessi dal gip di Marsala Annalisa Amato, su richiesta del sostituto procuratore Anna Sessa. Sono in corso anche numerose perquisizioni. (18.10.16)
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