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http://www.pupia.tv - Napoli – E’ Antonio Fragione, 34 anni, l’uomo sottoposto a fermo di indiziato di delitto per l’omicidio di Vincenzo Zuena, il 79enne ucciso lo scorso 14 marzo a Fondi, in provincia di Latina, con 30 coltellate nella sua abitazione di via Madonna Delle Grazie.

Fragione, pronipote della vittima, è stato rintracciato a Napoli al termine di un’operazione congiunta tra le squadre mobili partenopea e di Latina e il commissariato di Fondi.

Fin da subito gli investigatori avevano individuato la giusta pista. Alcuni elementi - tra cui il fatto che non ci fossero segni di effrazione sulla porta e che la vittima, date anche le sue abitudini, con ogni probabilità avesse aperto a qualcuno che conosceva - hanno portato a pensare che il campo andasse ristretto al nucleo familiare o comunque alle conoscenze di Zuena.

Importanti elementi per arrivare a Fragione sono arrivati anche dalle testimonianze dei vicini di casa, degli altri inquilini del palazzo e di alcuni commercianti, così come anche dalle immagini estrapolate dalle telecamere di videosorveglianza installate nelle vicinanze della casa della vittima e della stazione ferroviaria di Formia dove il presunto assassino era arrivato partito da Napoli. Chiave anche la testimonianza del tassista che a bordo della sua auto aveva accompagnato il 34enne dalla stazione di Formia fino all’abitazione di Zuena.

Fragione è stato individuato a Napoli, nei pressi di piazza Garibaldi, vicino alla stazione ferroviaria, dove si era rifugiato subito dopo il delitto lì qui, in quanto assuntore di sostanze stupefacenti, i suoi contatti. Non ha avuto il tempo di opporre resistenza né di fuggire, ed è stato bloccato vicino al McDonald’s della stazione.

Nel corso delle indagini, coordinate dal pubblico ministero Cristina Pigozzo, la squadra mobile di Latina ed i colleghi del locale commissariato hanno da subito individuato la possibile pista in ambienti familiari o parafamiliari e, sin dalle primissime acquisizioni, è emersa la figura del 34enne, figlio del cugino della vittima che qualche giorno prima dell’omicidio si era allontanato da casa.

Come ricostruito dagli investigatori, l’uomo aveva un piccolo debito con il 79enne e conosceva bene le abitudini dei coniugi anziani sui quali aveva fatto affidamento in passato per piccoli approvvigionamenti di denaro. Una “rapina finita male”, dunque, il movente dell’efferato delitto compiuto nel tardo pomeriggio di lunedì, al secondo piano di una palazzina non molto lontano dal centro a Fondi. Dalla casa del 79enne sono stati portati via qualche centinaio di euro reperiti subito dopo la brutale aggressione.

Il 34enne è arrivato sul posto con un taxi dopo essere sceso da un treno che da Napoli lo aveva portato a Formia. Le prime ipotesi investigative, infatti, hanno presto trovato conforto nei risultati delle indagini immediatamente raccolti incrociando sia alcune dichiarazioni di vicini di casa che avevano dichiarato di aver visto negli orari compatibili con il delitto - ovvero tra le 17 e le 18 - un’auto con la scritta ‘Taxi’, sia con le immagini estrapolate vicino casa della vittima e quelle vicino alla stazione di Formia che dimostravano come effettivamente un taxi da Formia, intorno alle 16, si era mosso per dirigersi in via Madonna delle Grazie a Fondi.

Rintracciato, il proprietario del taxi è stato ascoltato dalla polizia. Raccolte utili e circostanziate descrizioni di orari e della persona accompagnata fino all’indirizzo della vittima in orari perfettamente compatibili con quello dell’omicidio, gli investigatori hanno ricostruito quanto accaduto quel pomeriggio. Dopo essere arrivati a Fondi, il tassista ha lasciato il 34enne sul posto per poi vederlo tornare circa 15-20 minuti dopo. Concordando il prezzo della corsa (circa 150 euro), poi, il 34enne si è fatto riportare a Napoli. E’ accusato di omicidio aggravato e rapina aggravata in abitazione. (19.03.16)

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