Messico, esplode la rabbia contro il governo: disordini nella capitale

  • 10 anni fa
Un gruppo di manifestanti ha appiccato le fiamme al portale in legno dello storico Palazzo Nazionale a Città del Messico: un nuovo segnale della rabbia che serpeggia tra i giovani messicani per il modo in cui è stata condotta l’inchiesta sulla scomparsa di 43 studenti nello Stato di Guerrero, un mese e mezzo fa.

In molti non credono alla versione ufficiale e reclamano le dimissioni del presidente Enrique Pena Nieto, accusandolo di coprire un crimine di Stato.

“Sono qui per sostenere i miei compagni studenti di Ayotzinapa – afferma un manifestante – perché sappiamo tutti che è stato il governo a ucciderli. Non sono stati narcotrafficanti o criminali, è stato il governo”.

La Giustizia ha stabilito che gli studenti scomparsi sono stati uccisi da un cartello della droga a cui erano stati consegnati dalla polizia. I corpi, bruciati, non saranno forse mai riconosciuti.

Una versione dei fatti a cui le famiglie delle vittime non credono e che minaccia di avere gravi ripercussioni, tanto sulla tenuta del governo, quanto sulla credibilità dell’intera classe politica.