"La destra USA vada dallo psichiatra. Contro l'Iran terrorismo politico"

  • 10 anni fa
“Teheran è vittima dei pregiudizi dell’Occidente, i politici di destra americani vadano dallo psichiatra”. Ai microfoni di euronews il Segretario del Consiglio superiore iraniano per i diritti umani contrattacca e alle critiche risponde per le rime: “Sulla pena di morte – ci dice Mohammad Javad Larijani – gli Stati Uniti non sono certo campioni”.

James Franey, euronews
“Mohammad Javad Larijani, grazie per essere con noi su euronews. Si è parlato molto della situazione dei diritti umani in Iran. Ci sono state accuse di tortura, di repressione degli oppositori politici. Accuse molto serie e non solo da parte delle Nazioni Uniti, ma anche da associazioni per i diritti umani come Amnesty International e Human Rights Watch. Cosa risponde?”.

Mohammad Javad Larijani, Segretario del Consiglio superiore iraniano per i diritti umani
“Credo che l’Iran sia ora nel mirino, che sia vittima di una nuova forma di terrorismo mediatico e politico. Pensi per esemprio al Consiglio Onu per i diritti umani: i paesi che sono intervenuti sull’Iran sono stati oltre 100. Una cinquantina di questi, soprattutto Stati Uniti e paesi europei, hanno espresso opinioni critiche. Tutti gli altri, più di 70, si sono invece dimostrati solidali con noi. Ecco: per noi il mondo non si limita a Stati Uniti, Regno Unito e Francia. Lo consideriamo in una prospettiva globale. I paesi che hanno sempre qualcosa da rimproverarci si propongono come portabandiera dei diritti umani. Su questo piano, gli Stati Uniti hanno però un bilancio abbastanza povero”.

euronews
“L’interpretazione che sull’Iran ci siano dei pregiudizi non sembra però corretta. Organizzazioni come quelle che ho menzionato – Amnesty International, Human Rights Watch – hanno criticato molto anche gli Stati Uniti, soprattutto per Guantanamo. Contro l’Iran non si può quindi parlare di pregiudizio, non crede?”.

Mohammad Javad Larijani
“Quella dei governi che ci criticano mi sembra abbastanza evidente che sia una posizione – e una critica – politicamente orientata e manipolata. Poi c‘è la questione delle critiche che ci vengono rivolte dalle ONG. Qui il fatto è però che si non tiene conto delle differenze culturali con il nostro Paese. La nostra esperienza, negli ultimi 35 anni, ci ha portato a creare un ordinamento politico, basato sulla logica islamica, che è democratico ma rigoroso sul piano morale e non laico”.

euronews
“In Iran si registra il più alto numero al mondo di esecuzioni pro-capite. Da capo del Consiglio iraniano per i diritti umani, è un dato di cui va orgoglioso?”.

Mohammad Javad Larijani
“Assolutamente no. Sono dati che ci deludono molto e che ci mettono molto a disagio. Stiamo cercando di cambiare la legislazione che conduce a questa situazione. Come lei sa – e come mi è stato riferito più volte -, quasi l’80%, e sottolineo 80%, di queste esecuzioni è relativo a crimini legati alla droga. Se riusciremo a cambiare la legislazione penale sugli stupefacenti, credo quindi che le esecuzioni si ridurranno circa dell’80%. Questo è un primo passo concreto per ridurre le esecuzioni”.

euronews
“Entriamo ora nel merito di alcuni casi specifici. Nelle vostre carceri è detenuto da oltre 100 giorni un reporter del Washington Post, Jason Rezaian. Che cosa ha fatto di male?”.

Mohammad Javad Larijani
“Non sono nella posizione per poter giudicare. Posso soltanto dire che i nostri servizi di sicurezza hanno formulato contro di lui l’accusa di esser stato coinvolto in attività che vanno al di là del giornalismo”.

euronews
“Che cosa significa?”.

Mohammad Javad Larijani
“La partecipazione ad attività che mettono a repentaglio la sicurezza dell’Iran”.

euronews
“Forse perché il suo ultimo era sull’amore degli iraniani per il baseball? Dov‘è la minaccia alla sicurezza?”.

Mohammad Javad Larijani
“No, quest’articolo non è all’origine di nessuna accusa”.

euronews
“Suo fratello guida il sistema giudiziario e può proporre al Leader Supremo di accordare la grazia. Quanto ritiene probabile che Rezaian venga liberato a breve?”.

Mohammad Javad Larijani
“Si deve prima avviare la procedura giudiziaria nei suoi confronti. Poi starà alla corte valutare se abbandonare le accuse. In quel caso tutto finirebbe lì. Altrimenti sarebbe incriminato ed è allora che si potrebbe inoltrare la domanda di grazia. E’ questa la procedura da seguire. Non si può intervenire immediatamente”.

euronews
“Diciamo quindi fra una o due settimane?”.

Mohammad Javad Larijani
“Beh… direi tra meno di un mese”.

euronews
“Vorrei passare ora al caso di Ghoncheh Ghavami, la giovane anglo-iraniana arrestata perché aveva provato ad assistere a una partita di pallavolo maschile. Ora è in carcere da più di quattro mesi e non le è stato concesso di incontrare il suo avvocato, se non quando era già in tribunale. Che cosa è successo?”.

Mohammad Javad Larijani
“Il problema non è il fatto che abbia voluto assistere all’incontro. Il problema è che con la sua iniziativa ha infranto le regole e creato scompigli

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