Proteste in Francia per l'uccisione di un giovane ambientalista

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Sit in e proteste in diverse città francesi, dopo la morte di un 21enne che, nella notte fra sabato e domenica, stava partecipando alle manifestazioni contro la costruzione della diga di Sivens, nel dipartimento meridionale di Tarn.

È opinione diffusa tra i movimenti ambientalisti che il giovane sia stato ucciso da una delle granate lanciate dai gendarmi, che avevano reagito alle pietre e molotov dei dimostranti. La famiglia di Rémi Fraisse ha intenzione di presentare denuncia per omicidio volontario “commesso da uno o più pubblici ufficiali”.

L’autopsia ha rivelato che il ragazzo è morto per un’esplosione. Il magistrato incaricato del caso, Claude Dérens, ha cautamente affermato: “Sulla base delle lesioni riportate, non si può confermare o smentire che esse siano state causate da una granata lanciata dalla zona dove erano schierati i gendarmi”. Si dovranno attendere nuove analisi della polizia scientifica.

I Verdi accusano il governo di un ingiustificato schieramento di forze dell’ordine sul sito, che sarebbe stato causa di tensioni. Il presidente François Hollande ha promesso che vigilerà personalmente sulla ricerca della verità.

Un manifestante racconta che il giorno della morte di Rémi c’erano stati diversi lanci di granate. Una si era infilata tra la spalla e lo zaino del giovane, che era a terra, e lì era esplosa.

Gli ecologisti sostengono che il faraonico progetto della diga tutelerà gli interessi di pochi proprietari terrieri e distruggerà un importante habitat naturale.