Nuovo governo in Belgio: tanti nazionalisti e giuramento con polemica

  • 10 anni fa
Giuramento all’insegna delle polemiche, in Belgio, per il nuovo governo di centro-destra in cui i nazionalisti fiamminghi ottengono i ministeri chiave.

Familiefoto op het Paleis te Brussel – Photo de famille au Palais de Bruxelles #begov pic.twitter.com/3W0RHz0HPe— Belgian Royal Palace (@MonarchieBe) 11 Ottobre 2014

Troppo alto, si sostiene tra i francofoni, il prezzo pagato dal loro Movimento Riformatore per assicurare la premiership al numero uno del partito Charles Michel e permettere a Didier Reynders di mantenere il portafoglio degli esteri, che già deteneva nel precedente esecutivo di Elio Di Rupo.

Prima davanti al Re, poi su Twetter: il giuramento del neo-primo ministro Charles Michel nelle tre lingue ufficiali: francese, fiammingo e tedesco.

« Je jure fidélité au Roi, obéissance à la Constitution et aux lois du Peuple belge »— Charles Michel (@CharlesMichel75) 11 Ottobre 2014

« Ik zweer getrouwheid aan de Koning, gehoorzaamheid aan de Grondwet en aan de wetten van het Belgisch Volk »— Charles Michel (@CharlesMichel75) 11 Ottobre 2014

« Ich schwöre Treue dem König, Gehorsam der Verfassung und den Gesetzen des belgischen Volkes »— Charles Michel (@CharlesMichel75) 11 Ottobre 2014

A gettare benzina sul fuoco è poi anche la “V” di “Verandering”, lo slogan di campagna dei nazionalisti, mimata al momento del giuramento da tre ministri della NVA, tra cui Jan Jambon, braccio destro del presidente del partito Bart De Wever e ora nuovo titolare degli interni che rileva anche l’incarico di vice-premier.

Trois ministres N-VA ont prêté serment en faisant le V de Verandering : Francken, Vandeput et Jambon http://t.co/yFq5fdVKUb via Beadelvaux— lesoir (lesoir) 11 Ottobre 2014

Prestation de serment: un geste déplacé de la part de 3 ministres N-VA? http://t.co/M7D1TTvXN3— lalibre.be (@lalibrebe) 11 Ottobre 2014

Con i suoi 38 anni il più giovane premier belga dal 1841, Charles Michel dovrà vedersela con una forte componente dei nazionalisti, che monetizzano il successo alle elezioni di maggio, strappando anche i portafogli di Difesa e Immigrazione.

Consigliato