Ebola: in Europa il rischio di una paura ingiustificata

  • 10 anni fa
La paura del contagio scatena comportamenti irrazionali in una scuola alle porte di Parigi. In classe è appena tornato dalla Repubblica di Guinea un ragazzino di nove anni. Tre famiglie non hanno mandato a scuola i figli, nonostante non ci sia il rischio di contagio visto che l’alunno non ha sintomi di ebola.

“Avrebbero potuto metterlo in quarantena, visto che c‘è un tempo di incubazione di tre settimane”, dice una mamma. “Nel frattempo che facciamo? Lasciamo a casa i nostri figli?”.

Un’infermiera controlla regolarmente la temperatura corporea del ragazzino.

“Non ci sono motivi per discriminarlo, i rischi sono inesistenti”, sostiene un altro genitore.

Il presidente degli Stati Uniti intende rafforzare i controlli sanitari sui passeggeri negli aeroporti dei Paesi africani colpiti e negli Stati Uniti. Inutile, secondo John Sydney Oxford, virologo all’Università di Londra. “So che il presidente statunitense Obama ha sollevato l’intera questione dei controlli in aeroporto. Ma non ha funzionato in passato. Non ha funzionato con l’influenza aviaria, con la Sars, con la sindrome respiratoria mediorientale. Si causa soltanto confusione e turbamento. Il modo migliore per affrontarlo, è dichiarare guerra al virus e andare alla fonte, ossia in Africa Occidentale”.

In Norvegia è arrivata la dottoressa di Medici Senza Frontiere che ha contratto il virus ebola in Sierra Leone. E’ ricoverata in isolamento a Oslo e dovrebbe essere curata con trattamenti sperimentali, tra i quali lo Zmapp.