I piloti di Air France sul piede di guerra: sale l'adesione allo sciopero contro la delocalizzazione

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Si prevedono all’orizzonte una serie di giornate nere per i passeggeri di Air France.
Lo sciopero indetto dai piloti potrebbe durare fino al 22 settembre se non ci saranno sbocchi nei negoziati.
Oggi almeno metà degli aerei della compagnia sono rimasti sulle piste. Per domani le previsioni sono ben peggiori:

“Martedì 16 settembre, secondo le nostre stime – dice Catherine Jude, una delle responsabili di Air France – opereranno il 40% dei voli, con circa il 60% del personale in sciopero”.

Nella prima giornata, l’adesione alla protesta è stata del 48%. Per i piloti è in gioco il posto di lavoro.

“I vertici di Air France vogliono creare una nuova compagnia, Transavia Europe, che non risponda alla giurisdizione francese – spiega Jean-Louis Barber, presidente del sindacato piloti, SNPL – Sarà straniera, forse portoghese. Ora è chiaro che ad esempio sulla rotta Parigi-Porto si pianifica di usare piloti portoghesi mentre ora sono i piloti francesi a coprirla. Questo significa che si distruggono i posti di lavoro esistenti oggi. Siamo di fronte ad un progetto di delocalizzazione. Ed è per questo che siamo arrabbiati”.

Disagi per migliaia di passeggeri. La compagnia si è scusata e per ovviare a nuovi inconvenienti ha invitato i clienti ad evitare di volare in questi giorni.

“ Capisco le ragioni dello sciopero – dice una passeggera – Hanno ragione ma perché colpire noi? Per noi è un problema..”

La protesta dei piloti rischia di avere un costo salato per Air France: le perdite secondo i vertici della compagnia si aggirano tra i 10 ai 15 milioni di euro al giorno.