Spiagge vuote e assalto agli sportelli, Ramadan di guerra a Gaza

  • 10 anni fa
Prima che la guerra scoppiasse, le spiagge di Gaza erano affollate di bagnanti. I bombardamenti le hanno svuotate e oggi solo un gruppo di pescatori sfida, senza alternativa, la paura.

Scene opposte a Gaza City, solitamente calma nell’ultimo venerdì di ramadan, dove centinaia di persone hanno tentato di prelevare del denaro agli sportelli della Banca di Palestina. L’obiettivo, per tutti, è la sopravvivenza.

“Non c‘è alcuna celebrazione – sostiene Nidal, un giovane abitante della Striscia – Questo è il Ramadan degli assassini. Quando tutto finirà, andremo a visitare i nostri martiri, daremo loro una degna sepoltura e pregheremo per loro”.

La guerra cambia anche le abitudini degli abitanti di Gaza. Nei mercati scarseggiano i prodotti, la maggior parte dei quali importati da Israele. Le consegne sono lente e le tasse alte. La merce viene bloccata per giorni nel porto, facendo lievitare i costi di deposito.

Nel mercato di Al Zawya non si vendono più dolci, ma prevalentemente generi di prima necessità: “Di fronte alla morte e alla distruzione, come si fa a celebrare la fine del ramadan? – spiega un lavoratore – Tutto quello che c‘è da preparare sono le nostre bare. Tutto intorno a noi c‘è solo distruzione. Siamo stati evacuati da Shejaya e siamo arrivati qui. Non ci prepariamo a nulla, tranne che alla nostra morte”.

Il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 44% della forza lavoro, oltre il 38% della popolazione di Gaza è indigente. Quest’anno non si comprano abiti nuovi per celebrare la festa.

“Questa stagione è morta. La gente protesta perché non ha denaro. Non vengono pagati gli stipendi – dice un giovane commerciante – Le autorità di Ramallah possono pagare gli stipendi, lo stesso non vale per Hamas a Gaza. I commercianti hanno bisogno di importare merce, ma per farlo hanno bisogno dei soldi dei clienti. E se i clienti non hanno soldi, il problema diventa enorme. Tutta la nostra società finirà in pezzi”.

“Il ramadan si è svolto al ritmo dei bombardamenti qui a Gaza – conclude l’inviata di euronews a Gaza, Valerie Gauriat – In molti dubitano che le loro preghiere possano far tacere per sempre i bombardamenti. Qualunque cosa accada, i festeggiamenti per l’Eid avranno, per molti, un sapore amaro”.