Juncker verso la guida della Commissione Ue, ma la partita non è vinta

  • 10 anni fa
Punta alla presidenza della Commissione europea e, in teoria, ha i numeri dalla sua. Il lussemburghese Jean Claude Juncker è il candidato del Partito popolare europeo che, alle elezioni di domenica, ha ottenuto 213 seggi su 751 nel rinnovato Parlamento di Strasburgo.

Appena uscite le prime proiezioni, Juncker è passato all’incasso: “Dal momento che abbiamo vinto le elezioni, mi sento del tutto legittimato a diventare il prossimo presidente della Commissione europea”.

Ma Londra e Budapest hanno avanzato riserve sul suo nome, costringendo l’ex numero uno dell’Eurogruppo a ribadire che è stato scelto dai cittadini europei: “Non devo supplicare perché ho vinto le elezioni. La posizione della cancelliera Merkel è chiara. Potete non crederci, ma è così”.

In campagna elettorale, Juncker si era recato più volte in Germania, feudo principale del partito popolare. Nel corso di una visita all’ex cancelliere Helmut Kohl, aveva ricordato il suo impegno a favore dell’Europa. E per rassicurare tanto gli elettori tedeschi quanto i vertici della CDU, Juncker aveva ribadito che, con lui alla guida della Commissione, non ci sarebbero stati eurobond.

Ma è soprattutto associandosi all’immagine di Angela Merkel che l’ex premier lussemburghese si è garantito il sostegno dell’elettorato di centro-destra. Ed è suonato come una sconfessione quando, all’indomani delle elezioni, la cancelliera ha avanzato dubbi sul destino di Juncker: “Naturalmente sosteniamo il candidato Jean Claude Juncker. E’ stato detto più volte che il punto era determinare quale dei due partiti fosse il più forte. Dall’altro lato, sappiamo che nessuno dei due partiti può, da solo, decidere chi andrà a dirigere la Commissione europea. E’ per questo motivo che serviranno intensi negoziati”.

Lungi dal fare concessioni, il candidato social-democratico Martin Schulz ha ricordato che il suo gruppo politico avrà soltanto 23 seggi in meno rispetto ai Popolari, nel prossimo Parlamento: “Una cosa è chiara – ha detto Schulz – il Partito Popolare ha perso sessanta seggi. Ed è chiaro anche che, senza un accordo con i social-democratici, nessuna maggioranza sarà mai possibile”.

Se Schulz e Juncker non troveranno un compromesso, gli Stati membri potrebbero essere tentati di mantenere le loro prerogative, cercando di imporre al Parlamento europeo un candidato non legittimato dal voto.