Gerusalemme, fulcro del conflitto che ostacola la pace in Medio oriente

  • 10 anni fa
Guardando Gerusalemme dalle colline del deserto di Giudea, terra e cielo sembrano separati da una linea sottile. Ma sottili sono anche le linee che attraversano la città, dividendola in base all’appartenenza religiosa.

Nella Vecchia Gerusalemme c‘è un quartiere musulmano, uno cristiano, uno armeno e uno ebraico. E’ qui che, secondo le varie dottrine religiose, Cristo venne crocifisso, il profeta Maometto salì in Paradiso e l’Arca dell’alleanza custodita nel Tempio di Salomone.

Lo status della Città vecchia è stato spesso lo scoglio sul quale si sono incagliati i negoziati di pace tra israeliani e palestinesi.

L’antropologo Gideon Aran sottolinea che la natura del conflitto che impedisce una coesistenza.pacifica non è soltanto religiosa, ma politica. “Il conflitto politico e quello religioso si sovrappongono a quello nazionale – dice Aran – Insieme, sono molto più difficili da risolvere e hanno conseguenze amare per tutti”.

L’intolleranza religiosa si manifesta in modi diversi. Quattro anni fa, sono comparsi i primi attacchi denominati “price tag”, spesso a opera di coloni israeliani. Si tratta di azioni volte a punire i palestinesi per le misure prese dal governo israeliano contro gli insediamenti illegali: coltivazioni divelte, auto incendiate, tombe profanate.

Prima della visita del Papa, questi attacchi hanno preso di mira anche le chiese cristiane.

Aran: “Dobbiamo tenere presente che i responsabili sono teppisti, giovani delinquenti che scelgono i loro obiettivi a caso: a volte se la prendono con i musulmani, altre volte con i cristiani. Ma il loro vero obiettivo sono gli ebrei: vogliono mettere in imbarazzo il governo israeliano nei territori occupati. Le loro vittime sono scelte a caso”.

Le forze di sicurezza israeliane hanno creato un corpo speciale per indagare su questi crimini, finora senza successo. I pochi indiziati sono stati rilasciati per insufficenza di prove. E gli attacchi sono aumentati in modo esponenziale negli ultimi due anni.

L’inviato di euronews a Gerusalemme, Luis Carballo, cita il poeta israeliano Yehuda Amihai, secondo il quale a Gerusalemme il fervore religioso è talmente intenso che “qualunque cosa può segnare l’inizio di una nuova religione”. Questa città è considerata santa da una buona metà della popolazione mondiale, eppure non riesce a trovare la pace.

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