Bruxelles, verso il turnover al vertice delle istituzioni

  • 10 anni fa
Le elezioni europee non sono ancora iniziate, ma a Bruxelles è già cominciata una silenziosa lotta per il potere. In palio, molte cariche importanti. A partire dalla Presidenza della Commissione europea.

Ci dà un’idea del quadro attuale Stefan Lehne del Carnegie Europe:“Gli elettori daranno un input importante, ma non avranno l’ultima parola. Nel Trattato di Lisbona si legge, molto chiaramente, che la scelta del Presidente della Commissione Ue spetta al Consiglio europeo, che tenendo in considerazione i risultati delle elezioni europee deciderà a maggioranza qualificata. E’ molto probabile quindi che si assisterà a una lotta tra Parlamento e Consiglio e ci sarà bisogno di avviare delle consultazioni per trovare una soluzione accettabile da entrambe le parti”.

Dopo aver assistito per la prima volta nella storia dell’Unione europea a una campagna elettorale segnata dai volti dei candidati alla Presidenza della Commissione, le nomine potrebbero seguire dunque l’iter di sempre.
“Il Presidente della Commissione europea riveste un importante ruolo politico” spiega Lehne “La Commissione esercita il diritto di iniziativa legislativa. Il presidente è un punto di riferimento oltre che il capo di un’istituzione”.

Nel difficile compito di garantire un equilibrio tra stati e cariche Bruxelles rischia dunque di perdere la faccia con i cittadini. Molti dei quali lamentano da sempre proprio la debole democraticità delle istituzioni comunitarie.

Oltre alla Presidenza della Commissione saranno nominati anche i successori di Herman Van Rompuy e Catherine Ashton.

Per Lehne“Il Presidente della Commissione è una figura molto potente. E’ quindi fondamentale che non si tratti soltanto del rappresentante del Parlamento, ma che sia anche vicino al Consiglio, con il quale deve lavorare a stretto contatto e in sintonia. Perché, come gli anni ci hanno dimostrato, è al Consiglio, e quindi ai capi di stato e di governo che spettano tutte le decisioni più importanti”.

Finito lo spoglio il prossimo 27 maggio inizierà un’altra lunga battaglia tra istituzioni e stati membri. In gioco oltre alle cariche c‘è il futuro assetto dell’Unione e il suo già debole rapporto di fiducia con 500 milioni di cittadini.

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