Ucraina-Ue: Van Rompuy a Kiev, Russia deve fare passi concreti
- 10 anni fa
L’Unione europea non riconosce alcuna validità ai referendum che si sono tenuti nelle regioni separatiste di Donetsk e Lugansk: lo ha ribadito Herman Van Rompuy, il Presidente del Consiglio europeo, in visita a Kiev. Van Rompuy ha detto che le speranze di risoluzione del conflitto ucraino passano necessariamente dalle elezioni presidenziali del 25 maggio e dall’implementazione degli accordi di Ginevra:
“La dichiarazione di Ginevra sui primi passi concreti per riportare la calma nel Paese – ha detto Van Rompuy – deve essere implementata. È urgente che la Russia chieda ai separatisti armati di deporre le armi e liberare gli edifici che hanno occupato illegalmente”.
Ed è alla Russia che si sono rivolte le pesanti accuse del premier ucraino facente funzione, Arsenyi Yatsenyuk, che poi però ha precisato che nessun dialogo internazionale può aver luogo senza Mosca:
“Siamo favorevoli a un tavolo negoziale esclusivamente se vi partecipano l’Ucraina, gli Stati Uniti, l’Unione europea e la Russia”, ha detto.
Sul fronte interno, Yatsenyuk ha preannunciato la tenuta di un dialogo nazionale, con tutte le parti del Paese, su cinque punti che vanno dalla tutela delle minoranze alle riforme costituzionali, e su questo Yatsenyuk ha menzionato la decentralizzazione, pur senza mai usare la parola “federalismo”, soluzione invocata da una parte dei separatisti.
“La dichiarazione di Ginevra sui primi passi concreti per riportare la calma nel Paese – ha detto Van Rompuy – deve essere implementata. È urgente che la Russia chieda ai separatisti armati di deporre le armi e liberare gli edifici che hanno occupato illegalmente”.
Ed è alla Russia che si sono rivolte le pesanti accuse del premier ucraino facente funzione, Arsenyi Yatsenyuk, che poi però ha precisato che nessun dialogo internazionale può aver luogo senza Mosca:
“Siamo favorevoli a un tavolo negoziale esclusivamente se vi partecipano l’Ucraina, gli Stati Uniti, l’Unione europea e la Russia”, ha detto.
Sul fronte interno, Yatsenyuk ha preannunciato la tenuta di un dialogo nazionale, con tutte le parti del Paese, su cinque punti che vanno dalla tutela delle minoranze alle riforme costituzionali, e su questo Yatsenyuk ha menzionato la decentralizzazione, pur senza mai usare la parola “federalismo”, soluzione invocata da una parte dei separatisti.