• 10 anni fa
Tempi duri per i diffamatori seriali, quelli che, almeno fino a questo momento, hanno creduto di poter parlare e soprattutto sparlare di chiunque senza sconfinare nel penale. Un preludio a questa sentenza, che farà certamente giurisprudenza, è stato un episodio accaduto a Parma, dove per un uomo il pm della locale procura ha chiesto il rinvio a giudizio dopo che lo stesso aveva messo un “like”, il simpatico “mi Piace”, sotto un post ritenuto offensivo nell'ambito di una accesa discussione scoppiata fra due donne.

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