Spagna, addio bailout bancario. Ma è emergenza disoccupati

  • 11 anni fa
Il bicchiere di Madrid è mezzo vuoto o mezzo pieno? Domanda d’obbligo nel giorno in cui la festa per l’uscita dal programma di aiuti alle banche è rovinata dai dati sulla disoccupazione.

Che sarebbero stati anche peggiori se la forza-lavoro non fosse scesa ai minimi storici a causa dei tanti che lasciano il Paese o tornano a studiare.

Gli esperti, dal canto loro, notano il deterioramento delle condizioni dei nuovi impieghi creati: “Il quaranta percento dei contratti di dicembre erano a tempo”, conferma una donna fuori da un ufficio di collocamento.

“Tra questi c‘è quello di mio fratello che è rimasto senza lavoro per tre anni e ha preso i sussidi. Di sicuro la gente non vede alcun miglioramento”, aggiunge.

Nel quarto trimestre del 2013 il tasso di disoccupazione è salito al 26,03%. Tra gli under-25 siamo oltre il 55% e, ancor peggio, gli analisti non prevedono un miglioramento sostanziale prima della fine del 2015.

“Stiamo attraversando un processo di stabilizzazione nei numeri dei senza-lavoro”, commenta Javier Urones di X-Trade Brokers.

“È un fatto che siamo ancora vicini ai sei milioni di disoccupati, ma vediamo comunque segnali di miglioramento. Crediamo che nel 2014 la dinamica di creazione degli impieghi sarà positiva e che sarà un buon anno”, conclude.

La speranza è che il risanamento del settore bancario spagnolo possa trainare la ripresa cominciata con l’uscita dalla recessione nel terzo trimestre.

Giovedì il governo di Mariano Rajoy ha detto addio agli obblighi derivanti dal pacchetto di salvataggio europeo da 41,3 miliardi di euro.

Un’altra buona notizia dopo il ritorno alla fiducia degli investitori sancito dalla normalizzazione degli spread.

Ma resta ancora molto da fare per Madrid: i prestiti in sofferenza delle banche sono in aumento, il credito si è ristretto e la Sareb (il “banco malo” creato l’anno scorso) ha ancora una montagna di asset tossici da vendere.

Consigliato