Corea Nord: Seul alza la vigilanza dopo esecuzione zio Kim

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La pubblica gogna, la rimozione dalle cariche e la fucilazione. Kim Jong-un fa fuori l’ex-numero due del regime nordcoreano, Jang Song-thaek, considerato ‘l’uomo di Pechino’ nel gruppo dirigente di Pyongyang.

Non è chiaro cosa abbia provocato la crisi, gestita in modo insolito da Jong-un: per la prima volta, la tv di Stato ha mandato in onda le immagini dello zio e tutore del leader che veniva accusato nella riunione del Politburo di atti criminali e di aver condotto una vita dissoluta. La trasmissione si conclude con Jang portato via da due militari.

E la Cina, storico alleato di Pyongyang, tenta la linea della mediazione: “Speriamo che i nostri vicini della Corea del Nord garantiscano la stabilità, lo sviluppo economico e una soddisfacente qualità della vita al popolo”, ha dichiarato Hong Lei, portavoce del ministro degli Esteri cinese.

Per gli Stati Uniti, l’esecuzione conferm a la brutalità del regime, mentre la Corea del Sud alza il livello di vigilanza ai confini: “In passato abbiamo notato che le attività di repressione ai vertici del regime, coincidevano con la ripresa delle provocazioni all’esterno – sostiene Ryoo Kihl-jae, ministro all’Unificazione della Corea del Sud – Anche in questa occasione, stiamo monitorando con molta attenzione questa eventualità”.

I media sudcoreani danno per certa l’esecuzione anche di due stretti collaboratori di Jang e affermano che sono in corso arresti su vasta scala. I servizi d’informazione di Seul sostengono che in Corea del Nord sono state fucilate 17 persone nel 2012 e 40 nel 2013.