La Camera Commemora Pietro Lezzi. Di Lello (PSI) esprime il cordoglio dei socialisti napoletani

  • 11 anni fa
Signora Presidente, come ha appena ricordato, ci ha lasciato, l'altro ieri, Pietro Lezzi. Pietro, – l'ho sempre chiamato per nome, come fanno i socialisti, ma con la giusta deferenza, continuerò a fare così – è stato consigliere comunale, consigliere regionale, deputato, parlamentare europeo, sindaco di Napoli, ma è stato sempre un socialista ed un galantuomo, come tutti i giornali napoletani hanno oggi voluto ricordare.
  »Capa ianca«, »Capa bianca« era l'appellativo affettuoso con cui amici e compagni lo chiamavano. Se n’è andato in silenzio, lui che in silenzio non era mai stato, lasciandosi dietro una scia di amicizie, simpatie, ma soprattutto rispetto. Mi piace ricordarlo in quest'Aula in un periodo di forte antipolitica. Aver avuto l'onore di conoscerlo, frequentarlo, riceverne rimbrotti, rimproveri, ma soprattutto sostegno ed incitamento, ha dato a me privilegi che altri non possono vantare.
  La figura del sindaco galantuomo è stata una muraglia incrollabile, che non ha mai ceduto alle offese della cronaca che si sono riversate sul Partito Socialista. Ed è anche grazie a lui se questa storia può oggi essere difesa anche da noi.
  Pietro è stato un ottimo amministratore in uno dei periodi più difficili per la città di Napoli, tra i primi a riconoscere l'importanza della difesa dell'ambiente e dei beni culturali. Una legge che porta il suo nome vincolò, salvandolo, lo straordinario patrimonio del Miglio d'Oro, creando l'Ente Ville Vesuviane, di cui fu a lungo, per mera passione, presidente ed instancabile animatore.
  Burbero, ma affettuoso, non gli piacevano più né i giornali né la politica, ma la passione, quella, lo ha accompagnato fino all'ultimo, come fino all'ultimo ha preteso di essere invitato per partecipare alle riunioni dei socialisti.
  Amava i giovani, ma era un uomo di altri tempi, di cui ci piacerebbe avere ereditato almeno un pizzico della sua generosa e sincera umanità. Non perdeva occasione per ricordare a me e a noi più giovani come all'inizio del Novecento si dicesse »quando passa un socialista, passa un galantuomo”. Proveremo, con fatica, a tener fede ai suoi insegnamenti